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Gli NFT non sono così sicuri come pensate

Il fenomeno degli NFT, acronimo di Non Fungible Token, è ormai in ascesa. Già nel corso delle ultime settimane vi abbiamo parlato della vendita del primo Tweet della storia e della nota GIF “Nyan Cat”, oltre che di una speciale variante delle Pringles. Tuttavia, il loro impiego lascia anche spazio ad eventuali furti da parte di malintenzionati.

Infatti, come riferito da MalwareBytes sul suo blog, la manutenzione del registro digitale per tenere traccia di chi possiede un’opera d’arte digitale viene eseguita utilizzando la tecnologia blockchain, che rende quasi impossibile falsificare i record. Le copie della blockchain sono conservate su migliaia di computer e suo elemento è collegato crittograficamente a ogni elemento che viene dopo di esso.

A differenza dei Bitcoin, ogni NFT è unico e può contenere dettagli come l’identità del suo proprietario o altri metadati, oltre a “contratti intelligenti” che memorizzano il codice invece dei dati in una blockchain e vengono eseguiti quando vengono soddisfatte particolari condizioni. Ad esempio, un contratto intelligente NFT potrebbe fornire a un artista una percentuale delle vendite future del proprio lavoro. Anche se la stessa tecnologia blockchain è sicura, le applicazioni che sono costruite su di essa o attorno ad essa, come siti web o contratti intelligenti, non ereditano quella sicurezza e questo potrebbe causare alcuni problemi.

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Spiderluca
Classe 1977, studi Giuridici ed Informatici. Appassionato di tecnologia e del web fin dai primi anni 90, ha lavorato con i computer per oltre vent'anni ed ancora oggi non smette mai di voler imparare qualcosa di nuovo. Webmaster, tecnico informatico, un passato in HP e titolare di alcuni siti e-commerce italiani.
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